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🇪🇺 Approvato il "nuovo" PNRR!

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parliamo oggi?

  • 🇪🇺 Approvato il "nuovo" PNRR!

  • 🏦 Unicredit è fuori!

🇪🇺 Approvato il "nuovo" PNRR!

Credits: QuiFinanza

Recentemente, la Commissione UE ha approvato le modifiche riguardanti il PNRR, che il Governo aveva richiesto oramai qualche mese fa.

Prima di continuare, è doveroso ricordare il modo in cui è strutturato il PNRR:

  • 💰€122,6 miliardi in prestiti

  • 💶 €71,8 miliardi in sovvenzioni

Tutto ciò per un ammontare totale da più di €190 miliardi!

Attraverso la revisione proposta dal Governo e approvata dalla Commissione, il Pnrr subisce quindi alcune modifiche importanti:

  • 📈 €21 miliardi in più indirizzati alla crescita economica

  • 💸 Circa €12 miliardi in più per supportare le imprese

  • 🏠 €240 milioni dedicati per la costruzione di nuovi alloggi per gli studenti

  • 🌱 €3,6 miliardi indirizzati all’agricoltura

Oltre che sul fronte degli importi, quello che muta del nuovo PNRR sono anche gli interventi:

  • 📄 Si passa da 59 a 66 riforme

  • 🗂️ Sono 145 le misure nuove o modificate

È inutile ricordare come ogni variazione della spesa sia effettuata nell’ottica di aumentare la produttività del nostro Paese per consentirgli di riprendersi dallo shock della pandemia e reagire in maniera congrua alle nuove sfide internazionali.

Ed è proprio per questo che era così importante l’approvazione da parte della Commissione delle modifiche apportate al piano (d’altronde stiamo parlando di risorse comunitarie…).

Che ne pensi Ale?

In estrema sintesi posso dire che sono soddisfatto del fatto che la Commissione abbia accettato le nostre modifiche relative al PNRR, in quanto i cambiamenti derivano da fattori oggettivi, uno fra tutti la vera e propria esplosione dell’inflazione nell’ultimo anno.

Ci tengo, però a far notare alcune cose molto importanti, che non dobbiamo assolutamente trascurare:

  • La prima è la distribuzione dei fondi nel tempo, in particolare l’ultima quota dei fondi PNRR è passata da €18 a €33 miliardi, perciò è come se il Governo stesse accettando di posticipare gli investimenti più grandi in termini di risorse da impiegare. Questo fa riflettere sul fatto che abbiamo una grande quantità di risorse da investire sul nostro territorio, ma non abbiamo un’idea chiara di come utilizzarle allo stato attuale.

  • La seconda riguarda la fine del mercato tutelato nel settore energetico (in parole povere, si attuerà la liberalizzazione di questo settore). Per quanto mi riguarda sono d’accordo con questa decisione, e in Italia la liberalizzazione di alcuni settori rappresenta un grande vantaggio per il consumatore finale.

Lascio a voi tirare le somme…

🏦 Unicredit è fuori!

Credits: Facts.net

Il Financial Stability Board (FSB) ha rimosso Unicredit dall’elenco delle banche sistemiche di importanza mondiale, un duro colpo per l’unica banca italiana all’interno di questo gruppo.

La notizia assume ancora più rilevanza se si pensa che il FSB è l’organismo di consulenza finanziaria del G20, quello che stila le norme aggiuntive alle quali gli operatori finanziari di una certa importanza sono soggetti.

Tra tali norme ci sono quelle che prevedono ad esempio di mettere a riserva una quantità di risorse maggiore rispetto agli operatori non rilevanti, proprio perché una loro crisi, o bancarotta, comporterebbe seri rischi per l’economia globale.

Tornando ad Unicredit, in quanto uscita dal “club”, non avrà più la necessità di adempiere a questo obbligo.

Cosa ne pensi Ale?

Per quanto mi riguarda è oggettivamente un duro colpo per il sistema bancario italiano.

Unicredit era l’unica banca italiana all’interno di questo gruppo, dove ricordiamo esserci gli operatori finanziari ritenuti più solidi e interconnessi sul mercato.

Detto questo, Unicredit non è l’unica banca ad essere stata rimossa, ci sono anche altri operatori europei come Credit Suisse, cosa abbastanza prevedibile dopo gli evidenti problemi di inizio anno…

Il punto è che economia finanziaria e reale sono più che collegate, basti pensare all’aumento dei tassi che implica maggiori difficoltà nell’erogare ma anche nel richiedere finanziamenti.

E conseguentemente nel fare investimenti.

Come mai l’aumento dei tassi influenza tutto questo?

Lo capiamo se andiamo a guardare la situazione più approfonditamente, in particolare analizzando cosa hanno le banche all’interno del loro bilancio:

  • Titoli di Stato, che si sono svalutati dal recente aumento dei tassi

  • Mutui e finanziamenti in generale, le cui erogazioni stanno diminuendo a causa del rialzo degli stessi

E Unicredit è esposta parecchio, attraverso alcune sue partecipate, alla svalutazione dei propri asset, primo fra tutti gli asset immobiliari.

È la fine del mondo?

No, è semplicemente un fattore da riconoscere e da non ignorare, specialmente nel dibattito pubblico, dove sempre più spesso si parla del privilegio delle banche in questo periodo storico, cosa che non sta palesemente in piedi dopo quello che ci siamo detti.

Alla prossima,
Ale 💙

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💭 La lettura lunga della settimana

L’Italia ha un rapporto complicato con la spesa pubblica, ma quanto vi stupirebbe sapere che questo vale anche per molti altri Paesi?

L’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani (OCPI) individua come sebbene alcune peculiarità italiane siano comuni a Francia e Germania, queste gestiscano meglio il difficile rapporto tra entrate e uscite pubbliche.

Le considerazioni fatte nell’articolo mostrano come il nostro problema sia la gestione, e non la spesa pubblica in sé.

In particolare, la gestione italiana contribuisce a rendere la spesa pubblica più “pesante” rispetto a quella degli altri Paesi analizzati.

Di seguito puoi leggere l’articolo dell’OCPI. (Leggi qui)

👨🏻‍🏫 Il Grafico della settimana

L’apertura al commercio internazionale è uno dei fattori di crescita necessari per sperare in una minima prosperità economica, tanto che la sua percentuale rispetto al PIL è in continua crescita dal 1990.

Eccezion fatta per alcune tragiche “pause”, ovvero la crisi del 2008 e quella pandemica, generalmente si è assistito ad un aumento dell’apertura al commercio internazionale, con la Germania che guida la classifica dei Paesi presi in considerazione e mostrandosi l’economia export-leader europea per eccellenza.

Credits: Our World in Data

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