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🇺🇸 Gli USA stanno per fallire??
Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che ogni venerdì risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).
Di cosa parleremo oggi?

Il primo giugno, gli Stati Uniti potrebbero dover dichiarare bancarotta. Questo a meno non riescano a trovare un accordo con il Congresso per l’innalzamento del tetto del debito.
Ma cosa si intende per ‘tetto del debito’?
Il debt ceiling è stato introdotto nel 1917, nel pieno della Grande Guerra, al fine di rendere più semplice il reperimento delle risorse finanziarie da parte del Governo degli Stati Uniti.
Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che lo strumento che doveva rendere più semplice (e da un certo punto di vista efficiente) il reperimento di fondi per la macchina pubblica, possa portare oggi ad un potenziale default del gigante americano…

La domanda è legittima, ma si deve tener conto del contesto: siamo nel cuore della Prima Guerra Mondiale quando questo strumento viene introdotto, e in quel momento serviva liberare risorse nel modo più veloce possibile al fine di poterle impiegare nei settori più remunerativi.
Le dinamiche poi erano diverse: prima della creazione del tetto, ogni ricorso al debito da parte del Governo doveva essere autorizzato dal Congresso. Con l’introduzione del debt ceiling, invece, le cose cambiarono (e non di poco), almeno per due grandi motivi:
Il Governo poteva ricorrere al debito molto velocemente, così da poter fronteggiare problematiche improvvise o crisi senza doversi confrontare ogni volta con il Congresso.
Il Congresso decideva materialmente il tetto del debito: il Governo non poteva (e non può) variare unilateralmente questa soglia.
La cosa interessante da notare è come il debito, e conseguentemente il suo tetto, sia costantemente aumentato nel corso del tempo:

Anche se il debito è cresciuto ad un ritmo che in un primo momento potrebbe fare impallidire, dobbiamo rapportare tale grandezza con il PIL e, per quanto il rapporto risulti comunque crescente nel tempo, è sicuramente meno preoccupante di quello che può apparire in termini assoluti.

Se mettiamo insieme sullo stesso grafico Debito Pubblico e PIL nel tempo, vediamo molto chiaramente l’andamento delle grandezze e di come l’esplosione del debito sia meno problematica quando raffrontata al PIL.

Ma quale è la situazione del debito USA oggi?
In queste settimane si è tornati a parlare di un possibile innalzamento del tetto del debito.
Non avendo la maggioranza alla Camera, Biden deve confrontarsi con la controparte repubblicana, che (ovviamente) fa opposizione in maniera forte e decisa.
Per alzare il debt ceiling i repubblicani chiedono di effettuare ampi tagli alla spesa, così da garantire una maggiore sostenibilità delle finanze pubbliche.
Questa scelta (che è forse più politica che economica) comporterebbe un duro colpo all’agenda economica di Biden e potrebbe avvantaggiare, almeno sulla carta, proprio i repubblicani.
Come sempre, il problema è sempre e solo uno:
Il confine tra interesse politico ed economia è molto labile e molto difficile da tracciare…
Tuttavia, come sottolineano diversi economisti, sarà necessario trovare una soluzione al più presto, al fine di evitare lo scenario più tragico per gli Stati Uniti…
E l’orologio si muove in fretta: Janet Yellen, Segretaria al tesoro degli USA, ha affermato senza mezzi termini che il Governo degli Stati Uniti non sarà più capace di onorare il suo debito dal 1° giugno, a meno che il Congresso non aumenti il tetto o sospenda temporaneamente tale vincolo.

Ma che cosa succederebbe se gli USA dichiarassero default?
Innanzitutto, bisogna premettere che ci sono molti precedenti di modifica del tetto del debito USA. Basti pensare che dal 1960 ad oggi, quest’ultimo è stato “ritoccato” quasi 80 volte.
Ciò che genera più incertezza invece, è che non ci sono precedenti di insolvenza nella storia degli Stati Uniti, perciò rimane difficile capire cosa accadrebbe esattamente nel caso in cui mancasse l’accordo sul debito.
In linea di massima:
La fiducia degli investitori calerebbe a picco e gli Stati Uniti non sarebbero considerati più debitori affidabili
Il costo del debito aumenterebbe perché dovrebbero essere aumentate le cedole corrisposte agli investitori
La crescita dell’economia globale sarebbe inficiata poiché gli Stati Uniti trascinerebbero giù una grande porzione della domanda globale
Ma cosa possiamo aspettarci realisticamente?
La cosa più probabile è che le due forze politiche trovino un accordo dell’ultimo minuto. Mandare un Paese nello stato insolvenza non è nell’interesse di nessuna delle due parti, specialmente se quel Paese è la prima economia globale.

Ricordiamoci infatti che questa tensione e questa incertezza non fanno bene a nessuno, tanto ai mercati finanziari quanto all’economia reale.
Per quanto risulti irrealistico pensare ad un possibile default degli USA, la situazione è complessa e molto dipenderà da come le due facce della politica americana si porranno l’una nei confronti dell’altra, operando concessioni e cercando compromessi.
Il mondo, ma più specificamente gli Stati Uniti, sapranno rispondere a questo nuovo shock in maniera adeguata? Lo scopriremo (si spera) entro il 1° giugno!

L’opinione diretta del vostro Ale.conomista!
In generale, non è la prima volta che gli USA si trovano in una situazione come questa…
Non sbaglieremmo se parlassimo proprio di una regola più che di un’eccezione, visto che il debt ceiling esiste da più di un secolo e la soluzione in questi casi è sempre stata la stessa: aumentarlo.
Ma è lecito pensare che questa volta sia diverso?
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