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Il BTP valore va a ruba 💰
L’Argentina stampa banconote da 10’000 pesos
Buongiorno (e scusa il ritardo, è stata una settimana impossibile)! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).
Di cosa parliamo oggi?
🇮🇹 Il BTP valore continua a fare colpo
🇦🇷 L’Argentina stampa banconote da 10’000 pesos

🇮🇹 Il BTP valore continua a fare colpo?
Il BTP valore sembra aver conquistato gli italiani!
Il titolo in questione si caratterizza per avere una durata di sei anni con rendimenti crescenti:
3,35% il primo triennio;
3,90% il secondo triennio
0,8% di premio fedeltà se si detiene il titolo per la sua intera durata
BTP valore, nell’asta che si è tenuta nella prima metà di maggio ha raccolto più di 11 miliardi di euro, consentendo allo Stato italiano di raccogliere le risorse di cui aveva bisogno.
Il titolo di cui stiamo parlando si mostra appetibile ai piccoli investitori italiani e ciò grande felicità del Governo, in quanto una maggiore quota di debito pubblico detenuta dai “nativi” consente una certa stabilità, in quanto ci si rende meno esposti a vendite di bond nazionali da parte di operatori stranieri.
Ovviamente, per quanto quest’ultimo fatto sia positivo, non è possibile (purtroppo) esimersi dal dire che una troppa fiducia verso politiche finanziate a debito non consentono un miglioramento del bilancio pubblico, degradando quindi, possibili margini di manovra in termini di politica fiscale.

La raccolta di €11,2 miliardi tramite BTP valore è un dato sicuramente positivo per il Governo, che potrà dire che gli italiani ripongono fiducia nel Paese.
Personalmente sono un po’ scettico sull’eccessivo entusiasmo che caratterizza i BTP valore, e il motivo è semplice: i titoli italiani sono solo un gradino sopra il livello spazzatura, quindi non sono proprio “sicuri” come viene detto.
Infatti, nel caso in cui i conti pubblici dovessero andar male più del previsto (e su questo, visti i risvolti del Superbonus i rischi sono elevati), non è da escludere un downgrade del nostro debito da parte delle agenzie di rating.
Se (speriamo i no) i nostri titoli dovessero diventare spazzatura (Junk Bonds), allora molte banche e istituzioni finanziarie sarebbero obbligate a vendere in automatico i nostri titoli. Perciò, il valore dei BTP crollerebbe. E questo, purtroppo, è uno scenario possibile, che gli investitori dovrebbero considerare.
Inoltre, per questi titoli sono previste le Clausole di Azione Collettiva “CACs” (tanto discusse quando si parlava della ristrutturazione del debito pubblico rispetto alla riforma del MES), che prevedono la possibilità per l’emittente di allungare la durata del prestito, ridurre il valore nominale o ridurre il rendimento in corso d’opera. In altre parole, è possibile un default praticamente senza preavviso su questi titoli.
Ricordate: sui mercati finanziari tutto ha un prezzo, e nessuno regala niente. Perciò, il rendimento oltre il 3% dei BTP riflette un rischio specifico che su tanti altri titoli pubblici non c’è.

🇦🇷 L’Argentina stampa banconote da 10’000 pesos!
L’Argentina non si trova in acque particolarmente quiete e ciò e ravvisabile dalla nuova banconota da 10’000 pesos emessa dalla Banca Centrale.
Il livello dei prezzi non sembra arrestarsi, tanto da rendere necessario un taglio di banconota a quattro zeri per rendere più semplici le transazioni delle famiglie.
L’inflazione a marzo ha raggiunto il per nulla invidiabile livello del 287,9%. Non so se vi ricordate quanto era problematico qualche anno fa, quando avevamo un’inflazione intorno al 10% a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina.

La storia economica dell’Argentina ha sempre un suo fascino per gli appassionati di Macroeconomia. In questo caso, è la prova tangibile che il “Trilemma di Mundell” funziona: in un’economia non possono coesistere contemporaneamente tutte e 3 le seguenti opzioni:
1) Politica Monetaria indipendente.
2) Cambi fissi.
3) Mobilità dei capitali.
Negli ultimi decenni, l’Argentina non ha mai voluto rinunciare a una politica monetaria accomodante rispetto alle decisioni di aumentare il deficit da parte dei governi. Contemporaneamente, non ha voluto rinunciare ai cambi fissi (su cui, per ovvi motivi, si specula), e fa finta di non limitare i capitali in entrata ma soprattutto in uscita (Cerca su google “Cepo cambiario” per capire che succede alla libertà di capitali in Argentina).
Tutto questo ha comportato un deprezzamento continuo della valuta locale nel mercato dei cambi informali, seguito dal recente annuncio formale di svalutazione del 50% da parte del neo governo Milei. Ma tutto questo non basta a fermare meccanismi distorsivi e circoli viziosi come il deficit cronico e la spirale svalutazione-inflazione, che ha portato a creare una banconota da 10.000 pesos (pari circa a soli 10 dollari).
Con un’inflazione al 300% i problemi sono destinati a durare a lungo, e purtroppo il governo non ha altra scelta se non rinunciare a una delle 3 opzioni riportate sopra, che implica:
rinunciare alla politica monetaria (o fare per un periodo sufficientemente lungo una politica monetaria stringente e restrittiva).
lasciare i cambi fissi e passare a un regime di cambi flessibili, in cui il Peso possa trovare il proprio valore di equilibrio (probabilmente inferiore rispetto a quello attuale).
Alla prossima
Ale 💙

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💭 La lettura lunga della settimana

Il debito pubblico è, per il nostro Paese, una costante preoccupazione, tale per cui si rende necessaria una crescita robusta e sostenuta, così da ridimensionarne il peso… Ma è lecito supporre che il nostro prossimo futuro sarà caratterizzato da questa crescita?
L’OCPI tratta la questione in maniera più approfondita!
👨🏻🏫 Il Grafico della settimana
L’Argentina ha diminuito il tasso di interesse sui depositi della Banca Centrale, portandoli al 63,5%.
Questo andamento ha contributo all’aumento dell’inflazione, che come visto nella notizia riportata ha raggiunto livelli esorbitanti, tali per cui si è resa necessaria la nuova banconota da 10 mila pesos.
Per domare l’inflazione si rende necessaria una politica monetaria restrittiva, con tutti i malcontenti che questa può generare, altrimenti, come la storia e l’economia insegnano, l’iperinflazione è assicurata.

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