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Il sorpasso della Grecia

Atene vince su Roma, puntando a fare ancora meglio

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che ogni venerdì risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parleremo oggi?

Oggi parliamo della Grecia: il Paese è infatti uscito dal suo percorso di austerity e crescita precaria dell’ultimo decennio e punta a migliorare la sua performance economica dopo la rielezione del Primo Ministro Mitsotakis

La famosa austerity greca

Avete mai sentito parlare del famoso salvataggio della Grecia durante il periodo della crisi dei debiti sovrani?

Nel non così lontano 2012, con l’esplosione della crisi dei debiti sovrani, uno dei Paesi che andò maggiormente in difficoltà fu proprio la Grecia, che fu sottoposta ad un salvataggio di emergenza per evitarne il default… salvataggio che non fu proprio da pochi spicci, visto che l’erogazione massiccia di prestiti fu pari a oltre 200 miliardi di euro!

Giusto per capire di quanti soldi stiamo parlando, basti pensare che i fondi relativi al PNRR italiano non arrivano a 200 miliardi…

Ovviamente la concessione dei fondi fu vincolata ad un aggiustamento macroeconomico greco, così da rendere il Paese più competitivo e resiliente agli shock di altre possibili crisi future.

Le misure da “lacrime e sangue” che ne scaturirono si sostanziarono in un ridimensionamento della spesa pubblica greca, che colpì principalmente la spesa pensionistica (con tagli che arrivarono fino al 30%) e l’erogazione di sussidi.

Tali azioni si sostanziarono in:

  • Crescita della disoccupazione, che attualmente supera il 10%;

  • Aumento della povertà, al punto che nel 2019 1 greco su 5 era a rischio povertà;

  • Caduta del reddito mediano greco, con il valore che tra il 2010 e il 2019 si è contratto del 30%.

E dall’austerity cosa è cambiato?

Attualmente la Grecia non è più considerata il “Malato d’Europa”, anzi, sembra aver trovato la stabilità di cui necessitava e infonde fiducia negli investitori attraverso dei dati macroeconomici incoraggianti, frutto anche dell’austerity resasi necessaria nel periodo di estrema crisi.

Uno dei fatti più indicativi della ripresa di questo Paese è il rimborso anticipato (di ben due anni!) dell’importo di 5,3 miliardi di euro, che per uno Stato con le caratteristiche economico-demografiche della Grecia sono davvero tanti.

Inoltre, la stabilità fornita dal nuovo esecutivo guidato dal Premier Mitsotakis, grazie alla solida maggioranza conquistata in Parlamento, infonde ulteriore fiducia negli investitori, che vedono di conseguenza al rialzo le loro aspettative riguardo il piccolo Paese Ellenico.

In aggiunta a ciò, si può notare come la “piccola” Grecia, stia superando il nostro Paese in termini di produzione e rassicurazione degli investitori.

Prima di tutto è possibile notare come il PIL greco sia cresciuto, in termini relativi, più di quello italiano, indicando una resilienza non indifferente da parte del suo apparato economico.

Inoltre, gli investitori percepiscono, anche se di poco, i titoli di Stato italiani come più rischiosi di quelli greci. Da ciò traspare una fiducia maggiore verso la Grecia rispetto al nostro Paese, nonostante l’Italia vanti un settore industriale e manifatturiero più consistente di quello greco.

Ma non è tutto oro ciò che luccica…

Forse, dopo questo breve excursus la Grecia potrà sembrare un angolo di paradiso, ma è doveroso fare un po’ di chiarezza.

Per quanto la situazione sia sostanzialmente migliorata rispetto agli anni bui che la Grecia ha passato, è altrettanto vero che rimangono dei problemi, che lo stesso Mitsotakis è deciso ad affrontare e risolvere in questa nuova legislatura.

Alcuni punti fondamentali sono:

  • Il debito, pari a circa 200 miliardi di euro, oltre il 170% del PIL rappresenta un grosso fardello per l’economia greca;

  • La disoccupazione rimane elevata, ben oltre il 10%;

  • Il salari reali sono crollati, a seguito dell’ondata inflazionistica dell’ultimo anno;

  • La fuga del capitale umano altamente specializzato avvenuta durante gli anni di austerity potrebbe minare la crescita futura dell’economia ellenica;

  • Un rating dei titoli di Stato non soddisfacente, che rappresenta un segnale negativo per gli investitori.

Insomma, per quanto la situazione sia indubbiamente migliorata rispetto a 10 anni fa, c’è indubbiamente ancora molto da fare per potenziare l’economia ellenica e conseguentemente migliorare il tenore di vita dei greci.

Ehi Ale, qual è la tua opinione?

Vuoi saperne di più e comprendere meglio questa vicenda economica di primaria importanza per il nostro Paese?

Beh, dipende tutto da te!

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L’opinione diretta del vostro Ale.conomista!

Molto dipende dalle prospettive future

I mercati, di base, valutano le prospettive di crescita futura di una qualsiasi realtà economica.

Infatti ciò che deve far riflettere noi come cittadini italiani, ma più nello specifico la classe politica del nostro Paese, è che normalmente uno Stato con un rapporto debito/pil molto elevato, dovrebbe pagare un tasso di interesse sul debito pubblico più elevato rispetto a chi è meno indebitato in termini di Pil.

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