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💰 Interscambio Italia-Germania

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parliamo oggi?

  • 💰 Interscambio Italia Germania

  • 📈 Costi dei conti correnti

💰 Interscambio Italia Germania

Credits: Flickr

L’interscambio commerciale tra Italia e Germania nel 2023 raggiunge i 164 miliardi di euro, confermando la stretta interdipendenza tra queste due economie del Vecchio Continente.

L’interscambio si compone di:

  • 💸 Importazioni, 89,7 miliardi di euro

  • 💰 Esportazioni, 74,6 miliardi di euro

Per quanto l’importo sia indubbiamente importante, c’è stata una diminuzione rispetto al 2022:

  • 💰 Export: -3,7%

  • 💸 Import: -1.4%

La recente diminuzione, comunque, non modifica il trend registrato nel recente passato, ovvero una crescita sostenuta e costante delle relazioni commerciali con la locomotiva d’Europa.

La recente recessione nell'economia tedesca e la revisione delle stime di crescita per l'Italia sono eventi che non possono essere ignorati quando si analizzano i flussi commerciali tra questi due giganti economici. È naturale, quindi, osservare una diminuzione dei flussi scambiati tra Italia e Germania. Tuttavia, è cruciale sottolineare che un rallentamento economico in uno dei due Paesi non dovrebbe essere motivo di festa per l'altro. Questo perché una riduzione delle esportazioni, che si verifica quando un partner economico subisce un rallentamento, influisce negativamente sulla bilancia commerciale dell'altro Paese, portando a una contrazione della domanda aggregata e del reddito complessivo.

La Germania, con il suo storico surplus commerciale, ha utilizzato gli ingenti flussi derivanti dalle esportazioni per investire all'estero, inclusa l'Italia. Questi investimenti hanno alimentato lo sviluppo economico e la crescita in entrambi i Paesi, evidenziando l'importanza della cooperazione economica tra Italia e Germania.

Tuttavia, l'incapacità di apprezzare e preservare questa interdipendenza economica potrebbe portare a conseguenze dannose. Le guerre commerciali, che sono spesso utilizzate come armi politiche da esponenti “sovranisti”, rappresentano un esempio. Infatti, queste politiche protezionistiche non solo minano la fiducia tra partner commerciali, ma possono anche generare instabilità economica e danneggiare la prosperità a lungo termine.

Considerati questi fattori, l'importanza delle esportazioni tra Italia e Germania non può essere sottovalutata. Questa partnership economica è fondamentale per il benessere di entrambi i Paesi e deve essere preservata e coltivata attraverso la cooperazione e la liberalizzazione degli scambi. Le politiche sovraniste e le guerre commerciali, al contrario, minacciano questa interdipendenza economica e rischiano di minare il progresso economico e sociale di Italia e Germania.

📈 Costi dei conti correnti 

Credits: Wikimedia Commons

I tassi di interesse sono aumentati e la stessa cosa è successa per i costi dei conti correnti. In particolare, stando al comunicato stampa della Banca d’Italia, dal 2019, gli oneri relativi alla detenzione di un conto corrente sono aumentati del 34%.

I costi di gestione medi di un conto corrente, accessibile sia tramite sportello che home banking sono passati dai 77,6 euro del 2016 ai 104 attuali, considerando che solo nell’ultimo anno l’aumento è stato di 10 euro.

A seguito di tali non trascurabili aumenti l’Autorità per la vigilanza ha sollecitato gli istituti finanziari a rivedere le condizioni dei conti correnti in seguito all’aumento dei tassi di interesse degli ultimi due anni.

Credits: Avvenire

Insomma, i tassi di interesse sono aumentati, quindi era lecito aspettarsi che anche anche i “rendimenti” dei conti correnti facessero lo stesso o che per lo meno i costi di gestione diminuissero?

E’ possibile che le banche stiano sfruttando una sorta di rendita di posizione dipendente dallo shock di politica monetaria avvenuto ormai due anni fa?

Il fatto che il costo di un conto corrente sia aumentato a seguito dell’aumento dei tassi da parte della BCE non mi sorprende. E non mi sorprende nemmeno il fatto che i costi restino alti, anche se i tassi non aumentano più o addirittura si abbassassero. Questo perchè, in letteratura economica, si parla del fenomeno dei “rockets and feathers”.

Questo fenomeno si riferisce a un'asimmetria nei movimenti dei prezzi al dettaglio in risposta alle variazioni dei costi delle materie prime o dei tassi di interesse. Nella sua forma più comune, si manifesta quando i prezzi al dettaglio aumentano rapidamente (come rockets, razzi) in risposta a un aumento dei costi, ma scendono più lentamente quando i costi diminuiscono (come feathers, piume). Questo fenomeno è spesso osservato in settori come quello energetico e automobilistico, ma può estendersi anche al settore finanziario, incluso il settore bancario e dei servizi finanziari.

Nel contesto bancario, il fenomeno "rockets and feathers" può essere evidente nel costo dei conti correnti. Quando i tassi di interesse aumentano, le banche possono aumentare i tassi sui prestiti e i canoni di mantenimento dei conti correnti per riflettere il maggior costo del denaro. Tuttavia, questo aumento dei tassi di interesse non viene sempre immediatamente riflesso nei tassi di interesse sui depositi o nei costi associati ai conti correnti. Di conseguenza, nel breve periodo, le banche possono registrare un aumento dei margini di interesse, poiché guadagnano di più sui prestiti rispetto a quanto pagano sui depositi.

Quindi, nonostante i costi di finanziamento delle banche siano aumentati a seguito dell'aumento dei tassi di interesse, i benefici di questi aumenti possono non essere immediatamente trasmessi ai clienti sotto forma di interessi più elevati sui loro depositi o conti correnti. In altre parole, i clienti potrebbero sperimentare un ritardo nell'ottenere un vantaggio dalle tariffe più elevate sui loro risparmi, mentre subiscono immediatamente l'impatto di tariffe più elevate, come gli interessi su prestiti e i costi del conto corrente, appunto.

Questa asimmetria nei movimenti dei prezzi può generare frustrazione tra i clienti bancari, che vedono i costi dei loro conti correnti aumentare più rapidamente rispetto ai benefici derivanti da tassi di interesse più alti sui loro depositi. Inoltre, può sollevare questioni sulla trasparenza e sull'equità nel settore bancario, spingendo regolatori e autorità di vigilanza a monitorare da vicino le politiche tariffarie delle banche per garantire un trattamento equo dei clienti.

È un fenomeno che non piace e sicuramente non va a favore dei consumatori, ma non è nuovo per chi ha studiato un po’ più a fondo la letteratura e che, quindi, c’era da aspettarselo.

Alla prossima
Ale 💙

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Credits: Our World In Data

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