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L'Italia rischia la procedura d'infrazione

Inoltre, Draghi vuole cambiare l'UE

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parliamo oggi?

  • 🇮🇹 Italia a rischio infrazione

  • 🇪🇺 Draghi vuole cambiare l’UE

🇮🇹 Italia a rischio infrazione

L’Italia rischia una procedura di infrazione per deficit eccessivo.

Ma cos’è una procedura di infrazione?

La procedura d'infrazione è avviata nei confronti di uno Stato membro quando la Commissione europea rileva la violazione di una norma europea. La violazione può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione o in una pratica amministrativa nazionali che risultano con essa incompatibili. (Dipartimento per gli Affari Europei)

Se siete curiosi potete andare a vedere quante sono le procedure di infrazione a carico del nostro Paese (Leggi qui).

Non è un mistero che il nostro Paese faccia fatica a rispettare il vincolo del 3% del rapporto deficit Pil, basti penare che nel 2023 questo indicatore è esploso al 7,2% e nel 2024 prospetta di attestarsi a poco più del 4%, a fronte di una crescita che dovrebbe attestarsi intorno all’1% (nelle più rosee aspettative).

Prossimamente verranno inviate le raccomandazione al Governo italiano in relazione alle misure da applicare e alla definizione del percorso di rientro per una corretta gestione dei conti pubblici. Tali misure si sostanziano in una ridefinizione della spesa, al fine di migliorare la performance del nostro Paese.

In particolare, bisognerà effettuare un aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,5% del PIL (Traduzione: Si dovrà tagliare la spesa pubblica di 9 miliardi di euro all’anno).

Un’ulteriore nota riguarda il fatto che le misure prescritte terranno conto dell’aumento dei tassi di interesse quindi, della maggiore difficoltà di gestione della spesa in relazione ad un cambio esogeno del costo del servizio del debito (Fonte: Europa Today).

Il vero problema è che il Governo non ha presentato il quadro programmatico (quello in cui si considerano gli effetti di finanza pubblica delle misure economiche previste). Infatti, il quadro tendenziale del DEF mostra che il rapporto Debito/Pil aumenterà del 2,5% tra il 2023-2025.

Ora, come spiegavo qualche newsletter fa, il fatto di avere un deficit oltre il 7% nel 2023 e oltre il 4% nel 2024 è un enorme problema, perchè alimenta il debito soprattutto se il Pil non cresce a un ritmo sostenuto.

Infatti, i problemi legati alle previsioni dei nostri conti pubblici sono (almeno) 2:

1) Le stime del Pil da parte del Governo sono ottimistiche: 1% nel 2024, mentre secondo la Banca d’Italia sarà 0,6%, secondo il FMI 0,7%. Perciò, se il Pil cresce meno delle attese, il rapporto Debito/Pil crescerà.

2) Dubito che il Governo non voglia rinnovare il taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef. Queste manovre non sono incluse nel quadro tendenziale, ma dovrebbero essere incluse in quello programmatico (che non è stato appunto presentato). Perciò, le uscite dello Stato sono sottostimate, e anche per questo mi aspetto un aumento superiore del rapporto Debito/Pil.

🏦 🇪🇺 Draghi vuole cambiare l’Europa

Il mondo sta cambiando e, almeno da quattro anni, lo fa con brusche sferzate che avvantaggiano solo chi è abbastanza forte e veloce ad adattarsi ad esse.

Questo è quello che sembra emergere dal discorso di Mario Draghi, che ha sottolineato come l’Europa deve adattarsi alle nuove contingenze e confrontarsi con le grandi potenze, senza nascondere quali esse siano:

USA e Cina

Le parole di Mario Draghi sono forti e si caratterizzano per l’obiettivo di sollecitare una nuova unità dei Stati europei, con riferimento allo spirito e alla forza di cui erano portatori i Padri Fondatori del progetto europeo.

“I nostri concorrenti sono in vantaggio perché possono agire ciascuno come un paese unico con un’unica strategia – ha chiosato Draghi – Se vogliamo raggiungerli, avremo bisogno di un nuovo partenariato tra gli Stati membri, una ridefinizione della nostra Unione non meno ambiziosa di quella operata dai Padri Fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”

(Fonte: ISPI)

Mario Draghi
  • 🇺🇸 USA, cercano di attrarre realtà manifatturiere di alto livello, comprese quelle europee, al fine di stimolare la crescita economica e sostenere il loro “fondamentale”(Il Fatto Quotidiano);

  • 🇨🇳 Cina, ha come obiettivo quello di appropriarsi della catena del valore delle tecnologie avanzate e delle risorse per produrle (Il Fatto Quotidiano).

Insomma, gli altri agiscono come entità statali di dimensioni continentali, mentre l’Europa, per quanto abbai fatto passi in avanti, agisce ancora come una realtà frammentata e poco unitaria, disincentivando gli investitori che possono contare su attori con capacità d’azione caratterizzata da maggiore unitarietà e forza.

Come non essere d’accordo con Mario Draghi?

Già sapete come la penso, e sapete quanto speri che Draghi possa ricoprire un ruolo importante al vertice delle istituzioni Europee.

Perciò spenderò davvero poche parole.

Ci tengo a dire che secondo me Draghi è la persona più adeguata in questo contesto storico per garantire una vera integrazione Europea. Questa può e deve necessariamente passare attraverso un processo di unificazione del bilancio UE (accentramento della politica fiscale ) e dal mercato dei capitali comune. 

Non succede, ma se succede..

Alla prossima
Ale 💙

👀 Articoli interessanti

  • Sanchez celebra il “miracolo spagnolo” certificato dal Fmi. “Siamo la seconda economia avanzata che cresce di più” (IlFattoQuotidiano)

  • Nel primo trimestre dell’anno l’economia della Cina è cresciuta del 5,3 per cento: più del previsto, nonostante la crisi (IlPost)

  • Beige Book (Fed): rialzo prezzi modesto economia in lieve miglioramento (LaStampa)

  • Confindustria stima +0,9% il Pil 2024, 'la crescita sorprende' (ANSA)

💭 La lettura lunga della settimana

L’intelligenza artificiale sta acquisendo sempre più popolarità, anche se i timori di essere rimpiazzati da questo incredibile strumento stanno crescendo con costanza. L’OCPI analizza in maniera più che dettagliata l’effetto di questo nuovo strumento in relazione alla variazione di produttività e ai cambiamenti che impatteranno sul mercato del lavoro.

👨🏻‍🏫 Il Grafico della settimana

L’Italia è famosa per la produzione del vino, è una delle sue (nostre) eccellenze, che ci caratterizzano nel mondo.

Nel 2021 il nostro Paese produceva, più di 5 milioni di tonnellate di vino, più di Francia e Spagna, con una produzione pari a 3,7 milioni di tonnellate.

La cosa interessante è che nel passato, precisamente nel 1980 l’Italia produceva 8,65 milioni di tonnellate di vino!

Oggi, tale quota si è ridotta notevolmente, anche se altri competitor hanno compensato tale diminuzione, come ad esempio Cina, Australia e Cile.

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