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🇮🇹 Moody’s non ci declassa!

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parliamo oggi?

  • 🇮🇹 Moody’s non ci declassa!

  • 🌳 Come siamo messi con le rinnovabili?

🇮🇹 Moody’s non ci declassa!

Credits: La Stampa

Venerdì 17 novembre, la famosa agenzia di rating Moody’s ha aggiornato le sue valutazioni nei confronti del nostro Paese, confermando il rating Baa3 ed alzando l’outlook da “negativo” a “stabile”.

Per quanto la notizia sia positiva, lascia l’amaro in bocca!

Infatti, il rating Baa3 è la categoria più bassa tra quelle afferenti agli investimenti poco rischiosi, a cui segue quella dei titoli spazzatura o junk bond.

In ogni caso, Moody’s ha deciso di modificare l’outlook ha stabile per:

  • 🏦 La salute del settore bancario italiano

  • 📊 La stabilizzazione della dinamica del debito pubblico

  • 💰 L’Attuazione del PNRR

  • ⛽ La diminuzione dei rischi riguardanti le forniture energetiche

  • 📈 La crescita del Pil attesa nei prossimi anni

Tuttavia, non mancano punti sui quali Moody’s esprime la sua preoccupazione:

  • 💸 L’elevato debito pubblico, che cerchiamo di abbattere da anni senza successo

  • 🇪🇺 La centralità del PNRR nella ripresa economica, e quindi la necessità di utilizzare al meglio le ingenti risorse forniteci

Le prospettive future sono positive, ma dipendono necessariamente dall’uso che verrà fatto delle risorse di oggi.

Che ne pensi Ale?

Incominciamo col dire che mi aspettavo un giudizio sul rating in linea con quanto fatto dalle altre agenzie, quindi una sostanziale conferma del livello Baa3.

La cosa positiva è la modifica dell’outlook, da “negativo” a “stabile”.

Tale modifica è dovuta principalmente alle risorse derivanti dal PNRR e alla sostenibilità del debito, derivante dai dati incoraggianti che riguardano la nostra economia.

Il problema sorge quando ragioniamo sul medio-lungo periodo e non più sul breve.

Attualmente il nostro Paese ha lo spread più elevato in Europa, quindi siamo percepiti come più rischiosi in termini di sostenibilità del debito.

Perciò, tenendo conto del fatto che i tassi di interesse rimarranno probabilmente elevati in futuro, è necessario rimanere attenti all’evoluzione della situazione macroeconomica, specialmente alla luce dei rapidi cambiamenti che ci sono stati negli ultimi anni.

Quindi:

  • 🥳 Ottimo che non ci sia stato alcun downgrade

  • 🎉 Ottimo che sia migliorato l’Outlook

  • ⚠️ Attenzione che siamo solo un gradino sopra i titoli spazzatura

Lascio a voi tirare le somme…

🌳 Come siamo messi con le rinnovabili?

Credits: Ohga

Sappiamo tutti fin troppo bene che una delle sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni sarà quella relativa alla de-carbonizzazione delle nostre economie.

Il nostro Paese ha deciso di puntare in maniera decisa verso le energie rinnovabili, anche se, confrontando la quota di energia che dovremmo produrre entro il 2030 da queste fonti, emerge come l’Italia sia meno ambiziosa rispetto agli altri Paesi europei.

In particolare, gli obiettivi in termini di energia prodotta dalle rinnovabili per il 2030 sono:

  • 🇮🇹 Italia 65%

  • 🇪🇸 Spagna 81%

  • 🇩🇪 Germania 80%

E dobbiamo sbrigarci, dato che per stare al passo con la tabella di marcia dovremmo installare entro la fine del 2023 ben 6GW di potenza da energia rinnovabile, più di quanto è stato fatto cumulativamente tra il 2020 e il 2022.

Insomma, gli obiettivi sono in linea con la politica di de-carbonizzazione, ma alla luce di quanto poco è stato fatto precedentemente, siamo sicuri che riusciremo a raggiungere quanto prefissato?

Cosa ne pensi Ale?

Premetto che la macro area inerente al tema dell’energia non è nelle mie corde, quindi la analizzerò da un punto di vista prettamente economico.

Mi sembra evidente che gli obiettivi siano molto ambiziosi e che il nostro Paese, per quanto stia cercando di accelerare il passo, non vada verso questo cambio di paradigma energetico in maniera abbastanza veloce.

Aggiungo che stiamo cercando di recuperare quello che avremmo dovuto iniziare in maniera strutturata e con una certa programmazione almeno una ventina di anni fa.

Purtroppo, a causa di scelte dettate dal muoverci di breve periodo in breve periodo, (e anche da una certa miopia) siamo “costretti” a dover recuperare il tempo perduto.

Il sunto è sempre lo stesso, ragionando solo ed esclusivamente con logiche di breve periodo ci ritroviamo a perdere un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi e a dover recuperare sulla tabella di marcia in tempi brevi e con risorse limitate.

Anche se, per fortuna, il PNRR ci corre in aiuto.

Quindi, ricapitolando:

  • 🙅 Ottimo il piano di aumentare la quota di energia rinnovabile

  • 🤞 Speriamo che la situazione attuale porti ad un cambio di passo in termini di programmazione.

Alla prossima,
Ale 💙

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👨🏻‍🏫 Il Grafico della settimana

Lo spread indica la differenza di rendimento tra i titoli di Stato decennali di un determinato Paese e quelli tedeschi, considerati meno rischiosi.

Dal grafico si può vedere come l’Italia sia il paese con lo spread più elevato d’Europa ed il secondo con rapporto debito-Pil più elevato.

La panoramica che emerge da questo grafico è che siamo considerati molto rischiosi rispetto agli altri Paesi europei, anche rispetto a quelli che nel periodo della crisi dei debiti sovrani erano messi peggio di noi.

Credits: OCPI

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