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I nostri titoli diventeranno spazzatura?

Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).

Di cosa parliamo oggi?

  • 🗑️ I nostri titoli diventeranno spazzatura?

  • 📈 Più del 10% del Pil italiano è “invisibile”

I nostri titoli diventeranno spazzatura?

Credits: Openonline

Attualmente, il rating dei titoli Italiani si posiziona attorno alla tripla B, ovvero appena al di sopra del livello spazzatura (i cosiddetti junk bonds), quei titoli obbligazionari altamente rischiosi e speculativi.

Ma perché paliamo di rating?

Il motivo è ben spiegato: oggi, infatti, Standard & Poor’s rilascerà il nuovo giudizio sui titoli di Stato italiani.

Successivamente verrà il turno delle altre agenzie di rating, che stabiliranno la qualità dei nostri titoli e conseguentemente l’affidabilità del nostro Paese:

  • 🏦 DBRS: 27 ottobre

  • 🏢 Fitch: 10 novembre

  • 🏤 Moody’s: 17 novembre

  • 🏛️ Scope: 10 novembre

Le cause che potrebbero portare ad un declassamento del rating sono quelle di cui abbiamo parlato più volte:

  • 📈 L’elevato debito pubblico

  • 📉 La bassa crescita economica

Nonostante le rassicurazioni da parte del ministro Giorgetti in merito all’affidabilità creditizia italiana, le preoccupazioni rimangono, specialmente alla luce del continuo deterioramento dei conti pubblici dello Stato.

Staremo a vedere…

Le analisi effettuate dalla Commissione Europea hanno sottolineato che il nostro debito pubblico è, in effetti, sostenibile.

Piuttosto, il nodo centrale sta nella credibilità delle promesse fatte dal policy maker.

La raccomandazione dell’Unione Europea era stata infatti quella di diminuire il peso del debito pubblico italiano, ma, a dispetto di quanto indicato, il Governo ha aumentato il deficit rispetto a quanto dichiarato precedentemente.

Nel farlo, il Governo ha disatteso le indicazioni Ue e si è mostrato poco credibile in termini di efficienza nella gestione delle finanze pubbliche agli occhi degli investitori.

Il Consiglio UE ci raccomanda di “assicurare una politica di bilancio prudente”, mentre nella NADEF abbiamo:

  • 📈 La revisione al rialzo dei crediti d'imposta per i bonus edilizi, che aumenta il deficit nel 2023 e il debito nel periodo 2023-2026.

  • 📉 Stime di crescita economica più deboli nel 2023 e 2024, che ridurranno le entrate fiscali.

  • 💰L'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, che comporta una maggiore spesa per interessi,soprattutto tra il 2024 e il 2026.

Inoltre, alcune scelte di politica economica dell’attuale Governo sono una sorta di ipoteca dei conti pubblici dei futuri Governi.

Ad esempio, l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF (€4 miliardi), assieme al taglio del cuneo fiscale (€10 miliardi), peseranno sul bilancio statale di tutti i Governi futuri.

Non voglio dire che queste misure siano sbagliate, ma devono essere finanziate quando c’è una disponibilità di risorse e non a debito, passando il problema a chi verrà dopo di noi.

Lascio a voi tirare le somme…

Più del 10% del Pil è “invisibile”

Credits: I-com

In Italia, l’economia non osservata vale circa il 10,5% del Pil, ovvero €192 miliardi.

Valore in calo rispetto al 2019, ma comunque preoccupante.

Una piccola premessa necessaria per la comprensione dell’articolo:

  • Economia non osservata = Economia sommersa + Economia illegale

  • Economia sommersa: comprende attività legali non dichiarate al Fisco

  • Economia illegale: comprende tutte le attività illegali

La maggior parte del valore proviene dall’economia sommersa (€174 miliardi), quindi da attività legali che però sottostimano il loro proventi attraverso:

  • 💸 Emissione di fatture con importo inferiore a quello reale o mancata emissione (€91,4 miliardi)

  • 🧑‍💼 Lavoro irregolare (€68,1 miliardi)

  • 💰 Altre tecniche di evasione fiscale

Insomma, più del 10% del Pil italiano non è visibile, ma quali sono le cause?

Queste alcune delle principali:

  • 🇮🇹 Fattori culturali

  • 🚔 Sanzioni non efficaci nei confronti di chi evade

  • 📄 Elevati livelli di burocratizzazione

  • 📊 Pressione fiscale elevata

Ricordiamo che questo vuol dire che i €174 miliardi stimati di economia sommersa (provenienti quindi da attività legali), non sono per definizione tassati…

Per questo, è facile capire come il danno nei confronti dello Stato sia enorme, ancora di più in questo periodo nel quale abbiamo un bisogno urgente di risorse.

Per fare un esempio, la legge di bilancio di quest’anno mobiliterà risorse pari a €24 miliardi, di cui €16 a debito…

Partiamo col dire che il problema dell’economia non osservata non è un problema esclusivamente italiano, ma è anzi presente in tutti i paesi.

Ciò che rende particolarmente problematica la situazione italiana è che, nel nostro caso, gli importi assumono dimensioni maggiori rispetto a molti altri stati.

La Banca d’Italia, nelle sue analisi, afferma come l’aliquota più evasa sia l’IRPEF, mentre la categoria più colpevole sia quella dei lavoratori autonomi.

Chiaramente, come ho detto più volte, l’evasione fiscale dipende anche dalla possibilità di poter effettivamente evadere.

Questo si traduce nel fatto che, mentre è difficile che il lavoratore dipendente sia in grado di farlo, la situazione è diversa per gli autonomi.

Quest’ultimi, un po’ a causa della complessità del sistema fiscale, un po’ per gli incentivi del non dichiarare la totalità del proprio reddito, hanno una propensione all’evasione sicuramente maggiore (e pari al 69,7%).

Nella Nadef però, non si parla di risorse prese dalla lotta all’evasione fiscale (come in ogni Governo), e questo succede perché:

  • ❌ Combattere l’evasione è difficile (ma non impossibile)

  • 💰 Le risorse ottenute dalla lotta all’evasione sono incerte

Staremo a vedere le evoluzioni…

Alla prossima,
Ale 💙

👀 Articoli interessanti

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  • Biden, crescita USA più forte al mondo, mio piano funziona(Ansa)

💭 La lettura lunga della settimana

L’economia non osservata, della quale abbiamo proprio parlato anche in questa edizione, è particolarmente importante per il nostro Paese.

Un fenomeno sicuramente complesso, che drena ingenti risorse e danneggia la comunità nel suo complesso.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze analizza questa come questa calamità colpisca il nostro Paese sotto diversi punti di vista.  (Leggi qui)

👨🏻‍🏫 Il Grafico della settimana

Per quanto difficile da credere, c’è stato un tempo (non troppo lontano), in cui l’Italia vantava un rating creditizio medio-alto.

Nel 2010, la reputazione creditizia del nostro Paese era solida, ma col passare del tempo questa si è deteriorata in maniera costante, fino a giungere ad il rating BBB.

Credits: WallStreetItalia

Dal grafico è possibile vedere come i bond italiani siano appena al di sopra il livello speculativo, ovvero quella classe di titoli che si caratterizza per un’elevato rischio di credito da parte dell’emittente.

Detto in parole semplici, in questa sezioni ci sono tutti i titoli di tutti i paesi per i quali la probabilità di non essere in grado di onorare i loro impegni relativi al pagamento degli interessi e la restituzione del capitale investito dai risparmiatori è alta.

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