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Salario minimo: ci serve davvero?
EÌ€ davvero una misura "economicida" ?
Buongiorno! Io sono Ale e questa è dipende, la newsletter che ogni venerdì risolve tutti i tuoi dubbi sull'economia (per davvero!).
Di cosa parleremo oggi?

Il salario minimo è un tema molto dibattuto nel nostro Paese, con la classe politica che con un certa periodicità ne torna a discutere.
Sostanzialmente, le parti in gioco si dividono in due:
i contrari, identificabili con i partiti di centrodestra, che vedono l’eventuale misura come un ulteriore vincolo e rigidità che impatterebbe negativamente sul mercato del lavoro, con ricadute nefaste sulla produzione e l’occupazione;
i sostenitori, identificabili con i partiti di centrosinistra, che identificano tale misura con un passo verso una maggiore equità e giustizia sociale, nonché un rafforzamento dei consumi da parte dei lavoratori.
Cerchiamo di spiegare in maniera esaustiva e precisa i vantaggi e gli svantaggi di tale misura operando anche dei confronti con altri Paesi per capire se il salario minimo è o meno una buona misura economica!
Come siamo messi in Europa?
Nell’Unione Europea 21 Paesi su 27 disciplinano il salario minimo nel loro ordinamento. In queste realtà , il valore di tale misura economica spazia da poche centinaia di euro al mese in Paesi come la Bulgaria a più di duemila nel Lussemburgo.
Tale ampia disparità dipende dal potere di acquisto in una determinata regione, che varia di molto all’interno dell’UE.
Gli unici Paesi a non aver disciplinato il salario minimo all’interno del loro ordinamento sono:
🇮🇹 Italia
🇩🇰 Danimarca
🇦🇹 Austria
🇫🇮 Finlandia
🇸🇪 Svezia
🇨🇾 Cipro
Ma come funziona il salario minimo?
Il salario minimo non è altro che un limite, imposto dallo Stato, al di sotto del quale la retribuzione del lavoratore non può scendere.
Fin qui è tutto semplice, d’altronde è solo una legge da rispettare… ma a livello economico la discussione si fa più complessa. Possiamo infatti distinguere due casi:
Il salario minimo è troppo basso, in particolare si trova al di sotto del punto di equilibrio tra domanda e offerta di lavoro. In questo caso la misura si mostra come totalmente inutile, in quanto non comporta un sostanziale miglioramento per il lavoratore;

Il salario minimo è troppo alto: in questo caso questo genera disoccupazione, in quanto se la retribuzione è molto alta, o meglio, è molto più alta della produttività del lavoratore, allora l’impresa contrarrà la sua domanda di fattore lavoro (aka licenzierà personale o assumerà di meno)

Il problema non è il salario, ma la produttività !
Prima di parlare di salario minimo, dovremmo domandarci come la produttività italiana stia evolvendo nel tempo.
Andando a vedere i dati, notiamo come la nostra Total Factor Productivity (TFP) negli ultimi 10 anni sia rimasta sostanzialmente ferma, mentre i nostri cugini europei oltre ad avere un trend positivo hanno raggiungono livelli di TFP molto più elevati del nostro.
Come si vede bene dal grafico, l’Italia (linea blu) è messa decisamente peggio rispetto a Stati Uniti (linea rossa) e Francia (linea verde).

Prima di prendere una decisione di questo tipo è doveroso quindi guardare cosa ci dicono i dati…
Dati che descrivono una realtà oggettivamente meno produttiva e quindi competitiva sul mercato, il che rende la discussione sul salario minimo secondaria, non in quanto di lieve importanza, ma perché quale salario minimo potremmo mai permetterci con una produttività così bassa?
Ehi Ale, qual è la tua opinione?
Vuoi saperne di più e comprendere meglio questa vicenda economica di primaria importanza per il nostro Paese?
Beh, dipende tutto da te!
Al costo di un caffè a settimana (adeguato all’inflazione corrente 😉), potrai sapere cosa ne pensa Ale!

L’opinione diretta del vostro Ale.conomista!
Un mercato più complesso degli altri…
Nella parte introduttiva abbiamo presentato una realtà molto semplice, che per motivi intrinseci non può rappresentare tutte le sfaccettature di un mercato complesso e variegato come quello del lavoro.
Inoltre, dobbiamo considerare come il mercato del lavoro sia legato/afflitto dal fenomeno del lavoro nero, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno, senza contare come ci siano specifiche rigidità delle curve di domanda e offerta che rendono ancora più complesso un qualsiasi ragionamento dell’effetto di un ipotetico salario minimo in Italia.
Ma quindi quale sarebbe l’effetto di un salario minimo in Italia?
Rispondo come farebbe un buon economista: Dipende!
Il primo grande problema da fronteggiare è la scarsità di dati…
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